الإثنين, مايو 29, 2023
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Alla Juve il Derby d’Italia. L’Inter perde anche il secondo posto

Dopo solo  nove minuti, grazie alla solita prodezza di Osimhen, che inzucca di testa volando più alto di tutti, la festa è già cominciata. Poi, in un tripudio di bandiere azzurre è arrivato il resto: un altra rete del bomber nigeriano (21 gol in serie A,) il rigore di Kvaratskhelia e il guizzo di Ndombele che, firmando il poker,  ha suggellato la 23esima vittoria dei nipotini di Maradona su 26 partite giocate. Perfino inutile parlare degli errori granata, quasi in soggezione davanti a una squadra con sincronie così perfette. Perfino Spalletti, sempre freddino quando ci si scalda, fatica a nascondere l’entusiasmo. «Questa  squadra ha sempre più fame, è un piacere allenarla», dice il tecnico spendendo anche un elogio particolare per Osimhen ( «È un attaccante unico»). Chiaramente Spalletti, con una squadra senza più limiti, né in Italia né in Europa, cerca di buttar secchiate d’acqua sugli eccessi di entusiasmo che spesso a Napoli  fanno brutti scherzi. Ma perfino questa  temuta spada di Damocle sembra roba antica, di un altro Napoli, di un’altra città che era imprigionata  nei suoi vecchi luoghi comuni. Questa è molto diversa, in festa certo, ma con un’allegria serena e positiva che rende ancor più compatta la marcia verso il terzo scudetto della storia azzurra. 

Alla Lazio il derby capitolino

È  finita con una vittoria risicata (1-0) dei biancocelesti la sfida tra Lazio e Roma. Il gol decisivo, una stilettata di fino, è venuto da Zaccagni nella ripresa quando ormai il derby era già ampiamente compromesso per i giallorossi, rimasti in dieci  per l’espulsione di Ibanez, per una doppia ammonizione che avrebbe potuto evitare. Più determinata, e avvantaggiata dalla superiorità numerica, la Lazio ha messo all’angolo una Roma già di per sé non brillantissima e più propensa a salvare la pelle che a rovesciare la situazione. Pur magro, è un successo preziosissimo per la squadra di Sarri, che aggancia l’Inter al secondo posto lasciando i giallorossi cinque punti più in giù. Non è un bel periodo per la Roma di Mourinho, solo parzialmente consolato dall’aver  trovato posto tra i primi otto di Europa League. Nervosissimo, lo Special One ha pure litigato, a fine partita, con il presidente della Lazio, Lotito, colpevole d’averlo guardato male. Nuova commedia, tra i due litiganti, presto sugli schermi. 

La nuova ricaduta del Milan

“Povero Diavolo che pena mi fai “ canterebbe Riccardo Cocciante gettando altro sale sulle nuove ferite dei rossoneri. Vallo a capire questo Mllan che crolla nel mese di gennaio, rinasce in febbraio, entrando nei quarti di Champions, e ricade in marzo in una nuova crisi devastante. Come quei malati che, dopo una convalescenza troppo disinvolta, finiscono di nuovo con la flebo all’ospedale. Il 3-1 a Udine è un passo falso quasi imbarazzante, difficile  da spiegare. Non basta rimarcare che l’Udinese ha giocato una delle sue migliori partite della stagione. Grazie tante, tutti giocano a mille contro i campioni d’Italia. Anche la Fiorentina e pure la Salernitana. Un punto in tre partite non è concepibile. Soprattutto non avendo un posto in Europa garantito. Si può capire qualche giorno di sbornia dopo l’impresa col Tottenham, ma subito dopo una squadra con ambizioni europee si rimette in marcia. «Manca l’esperienza per giocare da campioni d’Italia», ha chiosato con amarezza  Ibrahimovic. Lo svedese, che realizzando il rigore dei rossoneri è diventato il marcatore più anziano della serie A (41 e 166 giorni), è consapevole della brutta piega presa dalla squadra. Comunque dover ricorrere a un centravanti di 41 anni, oltre a non essere molto incoraggiante per il futuro, conferma che, anche nel calcio, la soglia della pensione è spostata sempre più in là (che ci sia di mezzo la Fornero?).
Ma il reparto  offensivo  non è l’unica fragilità del Milan. Pesa anche un calo fisico e mentale,  una reattività da pensionati fermi davanti al cantiere che deve far riflettere Pioli. Anche sulla difesa, di nuovo tornata a quattro, c’è qualcosa che non quadra. Cambiare modulo ogni settimana non è un buon viatico per prepararsi alla sfida di Champions con un Napoli che asfalta tutti.   

Fiorentina sette bellezze

La squadra viola, dopo il successo in Conference League, trova comunque le energie per centrare la sua settima vittoria consecutiva. E lo fa superando il Lecce grazie a un autogol di Gallo che però permette alla Fiorentina di continuare la sua scalata alla classifica. È un momento magico per la squadra dell’allenatore Italiano che sta imparando a vincere anche senza andare a tutto gas. Vincere le partite in cui si rischia di andar sotto è una doppia vittoria. 

Bene anche l’Atalanta che, battendo sabato l’Empoli 2-1, è tornata a vincere dopo un periodo di vacche magre in cui aveva raccolto solo un punto in quattro partite. La squadra di Gasperini,  vincendo in rimonta grazie a una rete in extremis di Hojlund, non è che abbia proprio brillato, anzi.  Però ci ha messo cuore. E quando ci metti il cuore anche la fortuna ti dà una mano. 

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