Quando sono entrati, all’improvviso, nelle mense di un istituto geriatrico di Milano e di un ospedale dell’hinterland non avrebbero mai immaginato di trovare invase da colonie di insetti e blatte le stanze adibite alla preparazione del cibo e del lavaggio stoviglie. I carabinieri del nucleo Tutela per la Salute di Milano sono entrati subito dopo nel magazzino e nelle celle frigorifere: stesso orrore. Per questo motivo, hanno chiuso immediatamente l’attività di entrambe le cucine e, nell’ospedale, hanno anche disposto lo smaltimento di 100 chili di alimenti in cattivo stato di conservazione poiché erano stati a diretto contatto con gli infestanti. I titolari delle due aziende di ristorazione sono stati multati per seimila euro.
Stesso «copione», i Nas lo hanno trovato anche a Napoli dove è stata chiusa la mensa di una casa di cura privata accreditata. Quando i militari hanno deciso di estendere i controlli al mezzo usato per il trasporto degli alimenti non sono mancate le sorprese. «Era insudiciato, invaso da sporco pregresso non rimosso e attecchito da muffa diffusa e ruggine e per questo sono stati sequestrati 30 pasti completi destinati ai degenti», spiegano i militari. Anche in provincia i controlli hanno fatto emergere irregolarità. A esempio, è stato disposto il blocco sanitario dell’attività di manipolazione degli alimenti e preparazione di piatti pronti, svolta all’interno di due case di cura private: «erano esercitate in ambienti in pessime condizioni igienico sanitarie e strutturali, in presenza di sporco pregresso, muffa diffusa e ruggine sulle attrezzature». In tutto sono stati sequestrati 300 chili di alimenti e preparati di gastronomia privi di tracciabilità ed approntati nei citati ambienti. È stata inoltre sospesa l’attività di somministrazione alimenti e bevande della mensa di una casa di cura accreditata «poiché versava in ambienti in pessime condizioni igienico sanitarie ed infestati da blatte». Scendendo più a Sud, il catalogo delle irregolarità trovate dai carabinieri è ampio.
Nel Siracusano, è stata sospesa l’attività dei locali della cucina di un ospedale. «È stata accertata la presenza di topi — argomentano dal Nas — nei locali della cucina adibiti allo smistamento dei pasti per i degenti. Inoltre, c’erano gravi carenze igienico-sanitarie riconducibili alla presenza di ratti deceduti e loro deiezioni, sporco diffuso, cumuli di materiale di risulta, scarti derivanti da lavori di ristrutturazione di altri locali, materiale in disuso». In un’azienda di catering di Agrigento dai test sull’acqua è emerso che in quattro casi c’erano batteri coliformi nei liquidi usati per la preparazione di pasti. Così, è stata disposta la sospensione dell’attività e la sanificazione delle cisterne utilizzate per lo stoccaggio dell’acqua. All’opera anche i Nas di Parma che hanno accertato che nella cucina di una clinica cittadina c’era «un tagliere per la lavorazione delle carni è risultato contaminato da una carica batterica superiore ai limiti di legge».
«Da Milano a Siracusa — spiega il tenente colonnello Dario Praturlon dei Nas — sono questi i casi più eclatanti irregolarità che abbiamo riscontrato». Il bilancio parla chiaro. «Su 992 punti di cottura e preparazione pasti controllati in altrettante strutture sanitarie, sia pubbliche sia private abbiamo riscontrato 340 irregolarità», continua l’ufficiale superiore. In pratica il 34 per cento delle strutture controllate. «Abbiamo accertato 431 infrazioni penali e amministrative ed elevato sanzioni per 230 mila euro a causa di violazioni nella gestione degli alimenti, nella mancata rispondenza in qualità e quantità ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto e dell’uso di ambienti privi di adeguata pulizia e funzionalità. La situazione è in linea con i precedenti controlli su larga scala che ciclicamente conduciamo per la tutela della salute pubblica e, in questi casi, in strutture dove sono ricoverati soggetti deboli e fragili per cui bisogna prestare un’attenzione ancora più scrupolosa». I controlli a tappeto dei Nas riguardano anche le aziende di ristorazione private. «Svolgiamo spesso questi controlli e la media nei privati sale al 40 per cento ma è bene sempre ricordare che si tratta non di un dato di irregolarità generalizzate in Italia ma solo delle strutture che visitiamo.»- ( Alessio Ribaudo / CorriereTv )
5 aprile 2023 – Aggiornata il 5 aprile 2023 , 17:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA