الإثنين, مايو 29, 2023
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Una notte in tenda alla Sapienza con gli studenti che protestano contro il caro affitti: «Pago 600 euro per una stanza»


A Roma decine di studenti protestano contro i prezzi delle abitazioni: «Ogni giorno quattro ore di viaggio solo per seguire le lezioni»

Jacopo Storni / CorriereTv

Alle 3.30 lo stridio dei gabbiani si fa quasi assordante. Volteggiano sopra il cielo della Sapienza, planano a filo d’acqua sulla vasca monumento, spezzano il sonno degli studenti accampati.

Chiara si sveglia, tossisce, l’umidità impregna i vestiti. Mirko si rigira dentro la tenda, si avvolge nella coperta, riprova a dormire. Si sente russare dentro le canadesi. Qualcuno si soffia il naso. Passano spifferi d’aria. C’è chi accende il cellulare e guarda che ore sono. Fa un po’ freddo.

Passa lento il tempo di questa notte sul marmo. Alle 5,30 c’è luce, i giardinieri azionano i tagliaerba e non si dorme più. Leone sfida il giorno nel sacco a pelo. È stanco e cerca di dormire ancora, poi si alza anche lui. Alle 6.45 si esce dalle tende.

Gli occhi stropicciati, le ossa indolenzite. Si va a turno nel bagno dentro il palazzo della facoltà di geologia. Si inizia a ragionare sulla nuova giornata di studio e di lotta. Sono stanchi, ma sono giovani. E sono qui, sotto la statua della Minerva, dentro l’università La Sapienza.

Una leggenda dice che chi guarda la Minerva negli occhi, non riuscirà a laurearsi. Scaramanzia e basta, forse. Per loro i problemi sono altri, sono cose vere, le vivono sulla pelle. Sono gli affitti che mettono a rischio il loro studio. Vivono tutti dentro stanze a 500 euro al mese. Protestano per questo, perché pagare così tanto di affitto, dicono, lede il diritto all’Universita.

“Chi ha più soldi farà strada, chi ha meno soldi resterà indietro” sintetizza Miriam. Lei è iscritta a lettere moderne. “Per tutto il primo anno ho fatto la pendolare da Civitavecchia perché i costi degli affitti a Roma sono esorbitanti e la mia famiglia non può permetterseli. Due ore di treno ogni mattina e due ore di treno ogni pomeriggio. Ogni giorno quattro ore di viaggio solo per seguire le lezioni”.

Storie estreme, come quella di Elettra, iscritta a pedagogia: “Per pagarmi i 400 euro di affitto della mia stanza, sono costretta a lavorare. Faccio la cameriera. In estate ho lavorato quasi tutti i giorni. È paradossale. Mi trovo nella condizione di dover lavorare per studiare, però lavorando sottraggo tempo allo studio e quindi studio male”.

È arrabbiata: “La nostra generazione sta vivendo una crisi economica e sociale assurda”. Parlano di ingiustizia, parlano di precariato esistenziale. Quando arriviamo ala Sapienza è ora di cena, ma invece della cena c’è il collegamento in diretta con una trasmissione televisiva. Gli studenti chiedono di costruire più studentati. Dice Manuel, iscritto a scienze politiche: “Ho cercato un posto negli studentati ma non l’ho trovato e quindi vivo in una stanza a 450 euro al mese. A Roma ci sono soltanto 3mila posti nelle case degli studenti per quasi 40mila studenti fuori sede”. Alle 22.40 si cena. Il cibo arriva dallo Spin Time Labs, la realtà sociale nel palazzo occupato poco distante da qui. Riso giallo con pollo e verdure, lenticchie in sugo di pomodoro, due torte. Poi parte la musica da una cassa portatile. Battiato, Raffaella Carra’, Nu Genea, Pop X. Balli e abbracci.

Tra le studentesse c’è Angela, da Milano, iscritta a storia contemporanea. Paga 600 euro di affitto. Per una stanza. “Per risparmiare non torno quasi mai a casa dalla mia famiglia e quando esco con gli amici bevo una birra in meno”. Storie di rinunce. Come quella di Gregorio, anche lui iscritto a storia: “Vivo in una stanza-loculo da 360 euro, dentro c’è la muffa, è sempre umido, nella mia camera è quasi sempre buio, la finestra affaccia sull’asfalto e non si vede mai il cielo”. Vive con altri studenti, pagano tutti la sua stessa cifra. È una casa di circa cento metri quadrati. Il proprietario ricava ogni mese quasi 1.500 euro. Alcuni pagano in nero.

Gli studenti non sono contro la proprietà privata, ma chiedono allo Stato di calmierare i prezzi: “Magari prevedendo agevolazioni ai proprietari che affittano agli studenti”. Qualcuno propone un reddito universitario. Sono due le associazioni degli studenti che hanno organizzato la tendopoli a Roma: Sinistra universitarie e Cambiare rotta. Ci sono 21 tende sotto il palazzo del rettorato. Fino a mezzanotte ci sono almeno cinquanta studenti, poi se ne vanno quasi tutti. Restano in 15, quelli della notte. Si chiacchiera fino alle 2. Poi si va a letto. Restiamo anche noi, c’è una canadese libera e dormiamo dentro. Si gonfiano gli ultimi materassi con le pompette. Dentro una tenda ci sono dei fogli con gli appunti di storia. Mirko ha dato un esame proprio lunedì mattina, è uscito dalla tenda ed è andato in aula: 30 e lode. Sul far dell’alba suonano le sveglie sui cellulari. Una dietro l’altra, riecheggiano da dentro le tende.

“Buongiorno compagno” dice Mario a un amico. Alle 7 tutti in piedi, pronti per le lezioni. E per la lotta che continua, assicurano gli studenti. Sul palazzo del rettorato campeggia la frase in latino di Cicerone: “È proprio di ogni uomo la ricerca e l’investigazione della verità”.

11 maggio 2023 – Aggiornata il 11 maggio 2023 , 08:44

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